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Lo scrittore Marco Vichi ospite del club

Il club ha incontrato lo scrittore presso Villa Castiglione (Impruneta), tra gli ospiti della serata anche Alessio Calamandrei, sindaco di Impruneta e Roberto Ciappi, sindaco di San Casciano.

Lunedi 15 Novembre 2021, presso Villa Castiglione, a Impruneta, si è svolta la serata organizzata dal RC San Casciano Chianti in interclub con i RC Bagno a Ripoli, Figline Incisa, Firenze Granducato, Firenze Valdisieve, Scandicci. Protagonista dell’incontro lo scrittore fiorentino Marco Vichi, intervistato per l’occasione dal presidente del RC San Casciano Chianti, Gianni Spulcioni.

All’incontro erano presenti Marco Esposito, presidente del RC Bagno a Ripoli, Francesco Sottili, presidente del RC Figline Incisa, Luca Lastrucci, presidente del RC Scandicci e Elisabetta Romeo, presidente del Firenze Gran Ducato. Tra gli ospiti della serata anche Alessio Calamandrei, sindaco di Impruneta e Roberto Ciappi, sindaco di San Casciano.

Vichi, classe 1957, è insegnante di scrittura creativa e autore di testi teatrali, racconti e romanzi, tra cui la nota serie di polizieschi che ha come protagonista il Commissario Bordelli e sono ambientati nella Firenze degli anni Sessanta.

“Le emozioni che vivo attraverso i personaggi letterari per me sono reali, nella mia memoria sono conoscenze che si vanno a mescolare con quelle delle persone reali. Quando scrivo i miei libri io veramente entro in un altro mondo, come in un sogno parallelo alla vita reale. Nei miei romanzi il senso dell’amicizia è fortissimo, un’amicizia genuina che nasce da un’affinità morale, ci sono diversi personaggi che ruotano intorno alla figura del protagonista e sono veri e propri coprotagonisti, mai comparse”, ci tiene a spiegare lo scrittore.

Marco Vichi utilizza il genere del giallo dal 1995, dopo la lettura dei romanzi di Friedrich Dürrenmatt, il famoso scrittore svizzero che con i suoi romanzi “emblematici” ha affascinato lo scrittore fiorentino.

“Io non sono mai stato appassionato di gialli, sostanzialmente mi interessa l’umanità dei personaggi, l’ambientazione e così via. – racconta Vichi – Poi nel 1995 ho incontrato Dürrenmatt che mi ha dimostrato che con il poliziesco si possono fare indagini umane, è possibile indagare l’uomo e mi ha veramente appassionato. E così ho iniziato a scrivere i miei libri sul commissario Bordelli e li ho sempre pubblicati con Guanda, un editore con il quale mi trovo molto bene da tanti anni.”

Vichi da anni è vicino da anni all’Associazione Filodijuta che ha l’obiettivo di rendere l’istruzione in Bangladesh un servizio e un diritto alla portata di tutti, soprattutto delle classi più povere.

“Sostengo l’associazione con una raccolta fondi; grazie al libro di poesie scritto da mia madre abbiamo raccolto circa 10.000. Alessandro Bossini, fondatore dell’associazione, si è innamorato della mia scrittura e mi ha scritto dal Bangladesh”, spiega lo scrittore.

Alessio Calamandrei è intervenuto all’incontro in quanto interessato a sapere se lo scrittore avesse mai ricevuto richieste da parte di qualche regista per adattare i suoi libri per il cinema ma Vichi ha risposto che per intraprendere un progetto del genere servono molte risorse, anche solo per l’ambientazione, e dunque per ora mancano i presupposti.

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